Sicurezza lavoro strage a Capua

Tutti riuniti nella sala delle assemblee. Storditi dal dolore per la tragedia di cui sono rimasti vittime tre compagni di lavoro. Ci sono i 180 dipendenti della Dsm al completo, più un centinaio di operai dell'indotto. L'azienda, con il direttore dello stabilimento, Domenico Marano, li ha convocati. Da Amsterdam sono arrivati i top manager della multinazionale che produce enzimi per le industrie farmaceutiche: Villaume Kal, vice presidente della Dsm Biosolutions e Stephan Tanda, uno dei quattro membri del board managing. 

Su richiesta dei sindacati, si decide di aprire subito una linea telefonica a disposizione di chiunque voglia porre domande. L'azienda assicura che tutti verranno ascoltati. Ieri, tuttavia, nonostante i numerosi tentativi, non è mai stato possibile comunicare con la Dsm.

Il Pm Donato Ceglie non ha atteso a lungo prima di far partire gli avvisi di garanzia per i dieci sospettati di aver avuto parte nell’incidente che ieri è costato la vita a tre operai: Antonio Di Matteo, 63 anni, Vincenzo Musso, 43 anni, e Giuseppe Cecere, 52 anni. Le vittime lavoravano per la Errichiello, un’impresa edile che svolgeva operazioni per conto della DSM, una multinazionale olandese che fornisce prodotti per le case farmaceutiche. La morte, avvenuta per asfissia, è stata dovuta ad una rischiosa operazione in un silos di fermentazione.

Il ministro del Lavoro Sacconi sottolinea di essere colpito dal fatto «che ancora una volta siano vittime coloro che operano in appaltonei servizi di manutenzione». E annuncia una riunione. Opposizione e Cgil però accusano. «In Italia si registrano ogni anno oltre mille casi di morti bianche. Una emergenza nazionale che questo governo ignora», dice Maurizio Zipponi (Idv).

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