Carenze ponteggi Ponteggi per facciate. Pianificazione della sicurezza

Questo opuscolo si rivolge ai progettisti (committenti), agli installatori e agli utilizzatori dei ponteggi. Il suo obiettivo è di mettere in evidenza i nessi tra il lavoro degli uni e degli altri e di facilitare la comprensione reciproca.

Nell’edilizia i ponteggi vengono utilizzati quotidianamente. Essi semplificano notevolmente il lavoro e spesso sono lo strumento decisivo per la realizzazione di un’opera edile.

Tuttavia il lavoro sui ponteggi è legato a notevoli rischi.




Spesso si riscontrano le seguenti carenze:


 a causa di un’insufficiente pianificazione, attività strettamente correlate fra loro non sono sufficientemente coordinate o addirittura non lo sono per nulla. Va ricordato che la mancanza di coordinazione è una delle principali cause d’infortunio nel lavoro sui ponteggi.

 Le istruzioni per il montaggio e l’utilizzo fornite dal produttore del ponteggio vengono ignorate.

 L’utilizzatore modifica il ponteggio nel corso dei lavori.

 Il ponteggio contiene elementi danneggiati (mancanza di controlli e di manutenzione).

In generale, si constata che in pochi altri luoghi i lavoratori sono esposti a così tanti pericoli.

Il vano ascensore visto dagli esperti del settore edile

Spesso, su un cantiere i pozzi verticali sono i punti con la maggiore altezza di caduta. Chi lavora all’interno del pozzo o si trova nelle immediate vicinanze per svolgere dei lavori (costruzione, installazione, manutenzione, ecc.) deve poter confidare nella presenza di adeguati dispositivi anticaduta.

Quando si tratta dei vani ascensore, gli esperti del settore edile e gli installatori di ascensori hanno opinioni del tutto diverse e di conseguenza esigenze differenti, tutte ugualmente importanti e che devono essere soddisfatte allo stesso modo

Il vano ascensore visto dagli esperti del settore edile
Rischi di caduta per chi lavora all’interno del vano


Chi è impegnato in lavori (costruzione, installazione, rifinitura) all’interno del vano o nelle immediate vicinanze è esposto ad un rischio di caduta. Da questo punto di vista, i ponteggi per vani ascensore rappresentano una buona soluzione, a patto che siano concepiti e utilizzati nel modo corretto.

Solo in casi eccezionali le ditte esterne possono eseguire dei lavori direttamente dal tetto dell’ascensore; inoltre, prima devono ottenere l’accordo del fabbricante dell’ascensore, essere assistiti durante i lavori o ricevere da quest’ultimo precise istruzioni.

Un infortunio su tre è dovuto al fatto di inciampare e cadere

Fatti

295 000 infortuni da cadute in piano in Svizzera

Inciampare e cadere sono le cause d'infortunio più frequenti in Svizzera. Ogni anno circa 100 000 assicurati LAINF restano vittima di una caduta in piano durante il tempo libero. A questi se ne aggiungono altri 55 000 sul lavoro. Senza dimenticare i 140 000 infortuni da caduta subiti da persone non assicurate LAINF (casalinghe, pensionati, bambini, studenti eccetera). Il 70 per cento di questi infortuni avvengono «a livello del pavimento» e il 30 per cento sulle scale.
La campagna «inciampare.ch» è focalizzata sugli infortuni dovuti al fatto di «scivolare, inciampare, cadere» nel tempo libero e sul lavoro. Le cadute dall'alto o quelle avvenute durante lo sport non sono oggetto della campagna.

Un infortunio su tre è dovuto al fatto di inciampare e cadere

  • La percentuale di infortuni da cadute in piano rispetto alla totalità degli infortuni (nel tempo libero e sul lavoro) è andata progressivamente aumentando negli ultimi anni.
  • Queste cifre non rivelano nulla sulla sofferenza delle vittime di un infortunio e sui costi dovuti alle assenze dal lavoro.
  • I 155 000 infortuni da caduta subiti dagli assicurati LAINF provocano costi pari a 950 milioni di franchi l'anno.
  • Gli infortuni da cadute in piano vengono a costare molto cari: ciascun infortunio comporta costi pari a 5600 franchi, ossia in media 1400 franchi in più rispetto ai costi di un infortunio subito da un assicurato LAINF.

Un infortunio professionale su quattro è dovuto al fatto di inciampare e cadere

  • I circa 55 000 infortuni da caduta in piano sul lavoro (infortuni professionali IP) provocano costi pari a 435 milioni di franchi l'anno.
  • I costi di un infortunio sono quantificabili in circa 7000 franchi, cioè 2300 franchi  in più rispetto alla media degli infortuni professionali (IP).

Tempo libero: un infortunio su due è dovuto al fatto di inciampare e cadere

  • I circa 100 000 infortuni da caduta in piano che avvengono nel tempo libero (infortuni non professionali INP, sport e mezzi di trasporto esclusi) comportano costi di 513 milioni di franchi l'anno.
  • Ciascun infortunio costa circa 4900 franchi, ossia 1400 franchi in più rispetto alla media degli infortuni non professionali (INP).

legge che proibisce ai datori di lavoro di servirsi di dati personali

In Germania sta per essere approvata una legge che proibisce ai datori di lavoro di effettuare ricerche sui dipendenti nei social network.

In Germania, secondo una recente statistica, sembrerebbe che il 35% dei candidati a un'assunzione siano stati scartati dal datore di lavoro a causa di ricerche nei social network che avrebbero rivelato particolari non graditi della loro personalità: dal farsi una canna agli orientamenti religiosi, sociali o politici, alle foto più o meno osè, tragressive o ridicole.

Per questo motivo il Parlamento tedesco, su iniziativa del ministro dell'Interno, approverà la prossima settimana una legge che proibisce ai datori di lavoro di servirsi di dati personali pubblicati sui social network.

In Italia, lo Statuto dei lavoratori proibisce al datore di lavoro di svolgere indagini sui dipendenti e sulle persone da assumere che riguardino le loro opinioni religiose, sindacali e politiche. segue su fonte

Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene

Abbracciare un figlio dopo una giornata di lavoro nei campi, guardare la partita con gli amici, tornare a casa e trovare la famiglia a tavola che ti aspetta per la cena. Piccole emozioni quotidiane che, però, a causa di un incidente potrebbero diventare solo un ricordo. È un invito alla responsabilità il messaggio lanciato dalla nuova campagna del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali dallo slogan "Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene". L'iniziativa sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è stata presentata in anteprima ieri al meeting di Rimini.

"La tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori rappresenta una assoluta priorità per l'Italia che, secondo le indicazioni dell'UE, ha l'obiettivo di ridurre del 25% gli infortuni sul lavoro entro il 2012 - spiega una nota del ministero -. Un traguardo piuttosto ambizioso ma di grande importanza, non solo in relazione ai costi che il fenomeno infortunistico produce (oltre 45 miliardi di euro all'anno nel 2005 secondo i dati INAIL, pari al 3,21% del PIL), ma principalmente per l'attenzione dedicata alla dimensione sociale e umana del problema". L'obiettivo della campagna, così come previsto nel D.Lgs. 81/2008, anche noto come Testo unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro, è promuovere un vero e proprio cambiamento culturale, "un processo collettivo di sensibilizzazione e responsabilizzazione, in cui ogni cittadino assume un ruolo attivo".

 Dalle statistiche, infatti, emerge che la maggior parte degli incidenti sul lavoro possono definirsi di natura "comportamentale". Un dato su cui riflettere non certo per imputare la responsabilità del fenomeno al lavoratore ma, al contrario, per  evidenziare quanto sia importante l'investimento delle imprese e delle istituzioni pubbliche nella formazione, nell'informazione e in tutte quelle attività che consentono di prevenire il determinarsi di una condizione di rischio. "Sulla base di tali premesse - continua la nota - è stata realizzata una campagna di tipo emozionale che, abbandonati i toni gravi e le mere raccomandazioni, mira a colpire e coinvolgere maggiormente l'opinione pubblica grazie a un punto di vista inusuale e a cambiare l'approccio comunemente adottato rispetto a un problema drammatico e purtroppo ancora molto diffuso".

L'iniziativa di comunicazione, pur rivolgendo l'attenzione all'intera popolazione, ha come target specifici i lavoratori (con un particolare focus per i settori economici individuati come a maggior rischio di incidenti: edilizia, agricoltura e trasporti) e i datori di lavoro, nella convinzione che la strategia di contrasto degli infortuni sul lavoro può risultare massimamente efficace se messa a "sistema", con un' effettiva collaborazione delle parti coinvolte. Conclude il messaggio il riferimento a una specifica area del sito del ministero da cui è possibile accedere alle informazioni relative ai temi chiave della prevenzione e della sicurezza nei luoghi di lavoro, alle iniziative e alle attività in corso, agli ambiti di intervento istituzionali, alla normativa di riferimento e ai quesiti posti sulle sue modalità di applicazione. La campagna realizzata dall'agenzia Acciari Consulting, si svolgerà da agosto 2010 a maggio 2011 e si svilupperà in tre fasi. Il progetto prevede non solo l'utilizzo dei mezzi classici della comunicazione pubblicitaria, televisione, stampa, radio, internet, cinema e affissioni, ma anche la programmazione di interventi sul territorio rivolti in particolare ai giovani.

Scheda interventi (formato .pdf 100,59 Kb)

Spot video 1 (formato .wmv)
Spot video 2 (formato .wmv)

• Affissioni
agricoltore (formato .pdf 84,84 Kb)
coppia (formato .pdf 91,46 Kb)
famiglia (formato .pdf 95,19 Kb)
- imprenditore (formato .pdf 376,6 Kb)

• Stampa
- agricoltore (formato .pdf 356,05 Kb)
- coppia (formato .pdf 355,01 Kb)
- famiglia (formato .pdf 336,38 Kb)
- imprenditore (formato .pdf 298,81 Kb)

Incidente di San Ferdinando

Gerardo Porreca
«Bastava un autorespiratore con le bombole d’ossigeno per salvare l’operaio nella cisterna di San Ferdinando». Gerardo Porreca, ingegnere dello Spesal di Bari, va dritto al cuore del problema, in merito alla tragedia sul lavoro in cui mercoledì ha perso la vita Antonio della Pietra mentre eseguiva lavori di impermeabilizzazione di una cisterna nelle campagne alla periferia di Foggia. La parola d’ordine per l’esperto è una sola: prevenzione. «Vanno fatte valutazioni su tutti i rischi di un cantiere o di qualsiasi altro posto di lavoro e bisogna dotare gli operai di attrezzature specifiche - spiega l’ingegnere dello Spesal - perché l’obbligo, anche morale dei committenti, è prevenire e assicurare le condizioni di sicurezza agli operai a cui vengono affidati lavori ad alto rischio, come quello di impermeabilizzare con il catrame le pareti di una cisterna».

La nuova campagna EU-OSHA sulla manutenzione

Questa nuova relazione illustra i principali pericoli, rischi, problemi di salute e infortuni cui sono esposti i lavoratori impegnati in attività di manutenzione in Europa e propone adeguati interventi di prevenzione. Il 10-15% di tutti gli infortuni mortali sul posto di lavoro sono connessi a operazioni di manutenzione. La nuova campagna EU-OSHA sulla manutenzione sicura sensibilizza all'importanza del corretto svolgimento dei lavori di manutenzione.





Factsheet (in 22 lingue)
Campagna sulla manutenzione sicura

Per Tremonti, però, le regole inutili sono quelle sulla sicurezza sul lavoro

Il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti, dal palco del Berghem Fest ad Alzano Lombardo, affermava che bisogna "rinunciare a una quantità di regole inutili, siamo in un mondo dove tutto è vietato tranne quello che è concesso dallo Stato, dobbiamo cambiare". Per Tremonti, però, le "regole inutili" sono quelle sulla sicurezza sul lavoro poiché "robe come la 626 sono un lusso che non possiamo permetterci",.

Un'affermazione, quella di Tremonti, certamente forte, e sulla quale è tornata successivamente la sua portavoce, Emanuela Bravi, per una precisazione: «Parlando ieri della legge 626, Tremonti tra le regole eccessive si riferiva all'Europa, alla giurisdizione europea e alla sua estensione eccessiva rispetto all'obiettivo sulla sicurezza del lavoro, che resta invece essenziale».

Sicurezza sul lavoro: CGIL, Tremonti chieda scusa ai tanti lavoratori coinvolti negli incidenti sul lavoro
"Un insulto" secondo la Confederazione quello del Ministro dell'Economia che ha definito la 626 (legge sulla sicurezza sul lavoro) "un lusso che non possiamo permetterci"

Dura la replica della CGIL alle dichiarazioni del ministro Tremonti, il quale, poche ore dopo gli incidenti che, nella giornata di ieri, hanno portato alla morte di tre lavoratori e al grave ferimento di altri due ha definito la legge 626, la legge contenente le norme in materia di sicurezza sul lavoro, un “lusso che non possiamo permetterci”. 

Incidente sul lavoro che si è verificato oggi pomeriggio a San Ferdinando di Puglia

Un morto. Due persone vive per miracolo. E' questo il bilancio dell'incidente sul lavoro che si è verificato oggi pomeriggio a San Ferdinando di Puglia, piccolo comune della provincia di Barletta, 70 chilometri a nord di Bari. L'incidente poteva avere conseguenze più gravi: la strage è stata forse evitata dai vigili del fuoco di Foggia che hanno subito aperto e calato nella cisterna bombole di aria compressa per aiutare a respirare le tre persone intrappolate.

La ricostruzione dei fatti è stata subito chiara ai soccorritori. I tre si erano calati nella cisterna l'uno per salvare l'altro. Il primo a scendere è stato un operaio.

I vigili del fuoco intervenuti hanno estratto i tre dalla cisterna: per il muratore 51enne, di San Ferdinando, sono stati però vani i tentativi di rianimazione, gli altri due, il carabiniere e il cognato sono stati rianimati e portati all’ospedale di Cerignola. «Sono ora giudicati fuori pericolo», riferiscono i carabinieri.

In Italia le morti sui luoghi di lavoro raggiungono delle cifre impressionanti, almeno per un Paese civile. Anche ieri sono morti mentre lavoravano due uomini. Uno a San Ferdinando di Puglia, rimasto intrappolato in una cisterna mentre con altri due lavoratori (che per fortuna si sono salvati) stava impermeabilizzando le pareti con catrame e diluente. Un altro operaio è morto invece folgorato da una scarica elettrica in un cantiere edile a Tramonti, sulla Costiera Amalfitana.

Campagna europea sulla manutenzione sicura

Campagna europea sulla manutenzione sicuraScadenza termine di presentazione delle buone prassi

L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) invita a presentare candidature per la decima edizione del premio europeo per le buone prassi nel campo della sicurezza e della salute sul lavoro.

Il programma dell’edizione 2010–2011 premierà quelle aziende od organizzazioni che si sono distinte con contributi eccezionali e innovativi finalizzati a promuovere un approccio gestionale integrato alla manutenzione sicura.

Scopo dei riconoscimenti è dimostrare, con l’esempio, i vantaggi delle buone prassi in termini di sicurezza e salute a tutti i datori di lavoro e ai lavoratori in Europa nonché agli intermediari quali le parti sociali, i professionisti e gli operatori del settore sicurezza e salute sul lavoro, oltre ad altri che forniscono assistenza e informazioni sul luogo di lavoro.

La scadenza per la presentazione delle buone prassi è il 6 settembre 2010.

Per approfondimenti vai alla Sezione dedicata del sito web dell’ISPESL

Il coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione

Il coordinatore per la progettazione e il coordinatore per l'esecuzione dei lavori devono essere in possesso di uno seguenti requisiti ( Art 98 ):

  • laurea magistrale LM-4, da LM-20 a LM-35, LM-69, LM-73, LM-74
  • laurea conseguita nelle seguenti classi: L7, L8, L9, L17, L23
  • diploma di geometra o perito industriale o perito agrario o agrotecnico, nonché attestazione, da parte di datori di lavoro o committenti, comprovante l'espletamento di attività lavorativa nel settore delle costruzioni per almeno tre anni

COORDINATORE IN MATERIA DI SICUREZZA E DI SALUTE DURANTE LA REALIZZAZIONE DELL'OPERA , di seguito denominato COORDINATORE PER L'ESECUZIONE DEI LAVORI (CSE): soggetto incaricato, dal committente o dal responsabile dei lavori, dell'esecuzione dei compiti di cui di seguito specificati :

1. Durante la realizzazione dell’opera, il coordinatore per l’esecuzione dei lavori:

a) verifica, con opportune azioni di coordinamento e controllo, l’applicazione, da parte delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi, delle disposizioni loro pertinenti contenute nel piano di sicurezza e di coordinamento di cui all’articolo 100 ove previsto e la corretta applicazione delle relative procedure di lavoro;
b) verifica l’idoneità del piano operativo di sicurezza, da considerare come piano complementare di dettaglio del piano di sicurezza e coordinamento di cui all’articolo 100, assicurandone la coerenza con quest’ultimo, adegua il piano di sicurezza e di coordinamento di cui all’articolo 100 e il fascicolo di cui all’articolo 91, comma 1, lettera b), in relazione all’evoluzione dei lavori ed alle eventuali modifiche intervenute, valutando le proposte delle imprese esecutrici dirette a migliorare la sicurezza in cantiere, verifica che le imprese esecutrici adeguino, se necessario, i rispettivi piani operativi di sicurezza;
c) organizza tra i datori di lavoro, ivi compresi i lavoratori autonomi, la cooperazione ed il coordinamento delle attività nonché la loro reciproca informazione;
d) verifica l’attuazione di quanto previsto negli accordi tra le parti sociali al fine di realizzare il coordinamento tra i rappresentanti della sicurezza finalizzato al miglioramento della sicurezza in cantiere;
e) segnala al committente o al responsabile dei lavori, previa contestazione scritta alle imprese e ai lavoratori autonomi interessati, le inosservanze alle disposizioni degli articoli 94, 95, 96 e 97, comma 1 e alle prescrizioni del piano di cui all’articolo 100 ove previsto, e propone la sospensione dei lavori, l’allontanamento delle imprese o dei lavoratori autonomi dal cantiere, o la risoluzione del contratto. Nel caso in cui il committente o il responsabile dei lavori non adotti alcun provvedimento in merito alla segnalazione, senza fornire idonea motivazione, il coordinatore per l’esecuzione dà comunicazione dell’inadempienza alla azienda unità sanitaria locale e alla direzione provinciale del lavoro territorialmente competenti;
f) sospende, in caso di pericolo grave e imminente, direttamente riscontrato, le singole lavorazioni fino alla verifica degli avvenuti adeguamenti effettuati dalle imprese interessate.

2. Nei casi di cui all’articolo 90, comma 5, il coordinatore per l’esecuzione, oltre a svolgere i compiti di cui al comma 1, redige il piano di sicurezza e di coordinamento e predispone il fascicolo, di cui all’articolo 91, comma 1, lettere a) e b), fermo restando quanto previsto al secondo periodo della medesima lettera b).

Il COORDINATORE PER L’ESECUZIONE non può essere il datore di lavoro delle imprese affidatarie o esecutrici o un suo dipendente o il responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP) da lui designato.

L’impresa affidataria

È l’impresa titolare del contratto di appalto con il committente che può avvalersi di imprese subappaltatrici o di lavoratori autonomi.

Inoltre, il d lgs 106, che modifica ed integra il dlgs 81, specifica che nel caso in cui titolare del contratto di appalto sia un consorzio tra imprese che svolga la funzione di promuovere la partecipazione delle imprese aderenti agli appalti pubblici o privati, anche privo di personale deputato alla esecuzione dei lavori, l’impresa affidataria è l’impresa consorziata assegnataria dei lavori oggetto del contratto di appalto individuata dal consorzio nell’atto di assegnazione dei lavori comunicato al committente o, in caso di pluralità di imprese consorziate assegnatarie di lavori, quella indicata nell’atto di assegnazione dei lavori come affidataria, sempre che abbia espressamente accettato tale individuazione.

L’impresa affidataria rappresenta la novità sostanziale del Titolo IV del D.Lgs. 81/08 rispetto al D.Lgs.494/96.

Infatti, l’articolo 97 interamente dedicato agli obblighi del datore di lavoro dell’impresa affidataria non ha un corrispondente nel D.Lgs. 494/96, come evidenziato anche nella tabella di confronto tra il Titolo IV del Testo Unico e il D.Lgs. 494/96.

L’impresa affidataria è da considerarsi la protagonista dell’esecuzione dei lavori:

- ha l’obbligo di verificare le condizioni di sicurezza dei lavori affidati e l’applicazione delle disposizioni e delle prescrizioni del piano di sicurezza e coordinamento;

- ha l’obbligo della promozione della cooperazione e coordinamento, compresi quelli relativi all’attuazione degli articoli 95 e 96;

- deve eseguire la verifica dell’idoneità tecnico-professionale, “garantendola" al committente o responsabile dei lavori, che dovranno comunque effettuarla ai sensi dell’articolo 90, facendo riferimento all’Allegato XVII;

- deve verificare la congruenza dei POS delle imprese esecutrici rispetto al proprio, prima della trasmissione dei suddetti piani operativi di sicurezza al coordinatore per l'esecuzione, che ha il compito di assicurare la coerenza dei POS al PSC.

Dal dlgs 106 altri obblighi per il datore rilavoro dell’impresa affidataria con l’introduzione dei commi 3-bis e 3-ter:

3-bis. In relazione ai lavori affidati in subappalto, ove gli apprestamenti, gli impianti e le altre attività di cui al punto 4 dell’allegato XV siano effettuati dalle imprese esecutrici, l’impresa affidataria corrisponde ad esse senza alcun ribasso i relativi oneri della sicurezza.

3-ter) Per lo svolgimento delle attività di cui al presente articolo, il datore di lavoro dell’impresa affidataria, i dirigenti e i preposti devono essere in possesso di adeguata formazione.

50 pagine sulla sicurezza sui luoghi di lavoro

Un vademecum di 50 pagine sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e sui principali riferimenti normativi in materia, destinato alle imprese e ai dipendenti. Si chiama “Lavorare in sicurezza” ed è stato realizzato dalla Cna di Grosseto in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione della Asl 9, con l’obiettivo, spiega il direttore della Cna, Renzo Alessandri, “di fornire alle aziende del nostro territorio, che hanno bisogno di essere assistite per mantenere alta l'attenzione sulla sicurezza, uno strumento di conoscenza che semplifica, rendendola più comprensibile, la lettura di norme complesse quali quelle per la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro. Con questa pubblicazione, Cna e Asl 9 intendono fornire un ulteriore e originale contributo a quella pratica della prevenzione richiamata e auspicata da tutti i soggetti interessati”.

Lavorare in sicurezza è stato presentato oggi alla stampa, dal direttore della Cna, Renzo Alessandri, da direttore generale della Asl 9, Fausto Mariotti, dal direttore sanitario della Asl 9, Danilo Zuccherelli, alla presenza del presidente della Provincia, Leonardo Marras

La pubblicazione è stata stampata in 4 mila copie che saranno diffuse capillarmente tra le imprese iscritte alla Cna, ai loro dipendenti e verranno utilizzate anche per i corsi di formazione che periodicamente vengono organizzati in materia di normativa e sicurezza sul lavoro.

La prima parte del vademecum è dedicata alle norme di legge, aggiornate al Decreto legislativo 81/2008 e al successivo Decreto correttivo 106/2009, che hanno profondamente modificato il panorama normativo italiano, fermo al Decreto legislativo 626/94, e hanno dato una diversa impostazione alla modalità con cui si affrontano i temi della sicurezza sul lavoro. 

Segue una parte dedicata ai protagonisti del sistema aziendale della prevenzione (datore di lavoro; dirigenti; preposti; responsabile e addetti del servizio di prevenzione e protezione; rappresentante dei lavoratori per la sicurezza; medico competente; lavoratori, dipendenti e autonomi; addetti antincendio e primo soccorso; soggetti esterni di vigilanza e controllo, come Asl, Vigili del fuoco, ecc; altri soggetti esterni come progettisti, installatori, fornitori, ecc.) con le funzioni specifiche, gli obblighi e le responsabilità, i compiti e i diritti.
La seconda parte, dal titolo “pillole di sicurezza”, è dedicata, invece, alla sicurezza e alla salute sui luoghi di lavoro, con particolare riferimento alle attrezzature, ai dispositivi di protezione individuali, alla segnaletica, all’esposizione ai rumori, alle sostanze pericolose, ecc.

“Questa pubblicazione è un ulteriore strumento per mettere in relazione diretta le aziende, la Provincia e la Asl sui temi della prevenzione – spiega il direttore generale della Asl 9, Fausto Mariotti -. Con la più recente normativa siamo passati ad una gestione che individua sistematicamente responsabilità, compiti e procedure del sistema prevenzione. Una gestione basata su azioni concrete che coinvolgono tutte le diverse figure professionali presenti in azienda, ma anche i soggetti istituzionali che hanno il compito di formare, informare e vigilare. 

Come Asl 9, Settore Prevenzione, Igiene e Sicurezza sui luoghi di lavoro, infatti, ci occupiamo proprio di formazione, informazione, assistenza e tutoraggio in collaborazione con le Associazioni di categoria e con i Comitati paritetici territoriali per la sicurezza, e di vigilanza. Ma è ovvio – aggiunge Mariotti – che la vigilanza da sola non basta, occorre che sia affiancata dalle altre attività di promozione e di diffusione della cultura della sicurezza, affinché possa essere fatta una corretta ed efficace prevenzione degli incidenti sul lavoro e delle malattie professionali”.

Comunicazione su Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro

"Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene”Al via la nuova Campagna di Comunicazione su Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro

Parte oggi  la Campagna di Comunicazione integrata che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali dedica alla sicurezza sui luoghi di lavoro.

L’obiettivo della Campagna è quello di promuovere un processo collettivo di sensibilizzazione e responsabilizzazione, in cui ogni cittadino possa assumere un ruolo attivo. Solo un vero e proprio cambiamento culturale, infatti, è in grado di contrastare con efficacia il fenomeno degli infortuni sul lavoro  che ha ripercussioni  umane e sociali incalcolabili, in quanto si riferisce alla salute  e alla vita dei lavoratori.

La campagna, realizzata dall’Agenzia Acciari Consulting, ha ricevuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, e si svolgerà da agosto 2010 a maggio 2011 in tre fasi.

Il Ministro Maurizio Sacconi  ha presentato la Campagna di Comunicazione in una conferenza stampa tenutasi al  Meeting di Rimini presso lo stand Casa del Welfare, Padiglione C3.

Per ulteriori informazioni vai alla Campagna di Comunicazione.  

Cartella stampa
• Invito stampa  (formato .pdf 72,72 Kb)
• Scheda campagna (formato .pdf 117,61Kb)
• Scheda interventi  (formato .pdf 100,59 Kb)
Comunicato Acciari Consulting (formato .pdf 32,79 Kb)
Comunicato stampa INAIL (formato .pdf 2152,07 Kb)
Dati Osservatorio Infortuni INAIL (formato .pdf 130,16 Kb)
• Soggetti stampa (formato .pdf 1,3 Mb) 

assumere un lavoratore straniero il datore di lavoro deve

 Per assumere un lavoratore straniero il datore di lavoro deve:

1) verificare che sia in possesso di un permesso di soggiorno che consenta di lavorare: lavoro subordinato o anche autonomo o ricongiungimento familiare o motivi umanitari o anche di studio, fino a 20 ore settimanali o 1040 annuali (altrimenti l’assunzione non è lecita ed il datore di lavoro interessato dovrà attendere il nulla osta rilasciato dallo Sportello unico per l’immigrazione, nei limiti delle quote d’ingresso annualmente stabilite dal Governo ).

2) se il permesso di soggiorno è stato rilasciato per motivi di lavoro subordinato, stipulare il contratto di soggiorno, con il quale il datore di lavoro garantisce allo straniero un’offerta di lavoro ed un alloggio adeguato e si impegna nei confronti dello stato a comunicare le successive variazioni del rapporto di lavoro e le eventuali spese di rimpatrio (‘mod. Q’).


3) consegnare al lavoratore la lettera di assunzione ed effettuare tutti gli adempimenti ordinariamente previsti anche a seguito dell’assunzione dei lavoratori italiani (I.N.A.I.L., I.N.P.S., Centro per l’impiego).

4) trasmettere il contratto di soggiorno allo Sportello unico per l’immigrazione entro 5 giorni.

5) successivamente comunicare allo Sportello unico per l’immigrazione ogni variazione relativa alla data di inizio o di cessazione del rapporto di lavoro o al trasferimento ad altra sede di lavoro (oltre alle ordinarie comunicazioni di cessazione del rapporto di lavoro al Centro per l’impiego, I.N.A.I.L., ecc…).

6) Infine, entro quaranta giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro, il cittadino straniero è tenuto a dichiarare la propria disponibilità al Centro per l’impiego, al fine di poter usufruire del periodo minimo di sei mesi per la ricerca di una nuova occupazione.

flessione riscontrata dalle statistiche dell’INAIL sugli infortuni

La crisi economica che attraversa anche tutto il nostro paese investe pesantemente anche il trasporto delle merci su strada e “questo non può che essere la causa prevalente della flessione riscontrata dalle statistiche dell’INAIL sugli infortuni a lavoratori che operano sulla strada”. E’ quanto sostiene Nadia Fanelli, responsabile salute e sicurezza della FILT CGIL, in merito al bilancio annuale dell’INAIL sottolineando che “è evidente come il calo degli infortuni nei trasporti sia in linea con l’andamento più generale dei dati statistici resi noti dall’INAIL”.

La dirigente sindacale apprezza “con vivo piacere” il costante interessamento che l’INAIL mostra nei confronti degli infortuni stradali, ma aggiunge Fanelli “auspichiamo che il Ministero del lavoro e l’Istituto promuovano al più presto un confronto serrato anche con le organizzazioni dei lavoratori, finalizzato ad analisi di maggior dettaglio dei più rilevanti fattori di rischio che determinano gran parte delle tragedie che colpiscono i lavoratori che vi svolgono la propria attività sulle strade”.

“Al riguardo - sostiene infine Fanelli - rimane ancora appeso il decreto che prevede l’emanazione di un regolamento specifico a salvaguardia dei lavoratori che operano in presenza di traffico veicolare e che nessuna iniziativa è stata fino ad oggi avviata da parte dei Ministeri competenti”.

fonte CGIL

infortuni sul lavoro

Per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro "non siamo il peggior paese al mondo, come a volte si dice con un'enfasi che non aiuta". Così il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha commentato i dati dell'andamento annuale dell'INAIL relativo al 2009, presentati questa mattina a Roma dal presidente dell'Istituto, Marco Fabio Sartori. "Questi dati fanno giustizia rispetto a esasperazioni polemiche che non hanno fondamento, basti pensare che, secondo gli indici frequenza che ci vengono dati dall'Inail, siamo al di sotto della media europea", ha detto il ministro. "Ora dobbiamo attuare quanto prevede il Testo Unico. Stiamo partendo con la campagna di informazione, abbiamo avviato un rapporto con le regioni per la formazione e con la manovra in corso abbiamo finalmente dato vita al grande Polo unico per la sicurezza: un unico soggetto istituzionale che riunisce tutte le competenze esperte per promuovere la sicurezza e prevenire i danni alla salute dei lavoratori".
 
Il responsabile del dicastero di via Flavia ha poi sottolineato come sia migliorata anche  l'attività di controllo. "Abbiamo integrato le attività ispettive e migliorato l'intelligence", ha detto. "L'obiettivo è contrastare il lavoro totalmente senza regole che, con l'esposizione a sostanze pericolose o manualità, può dar luogo a danni alle persone". In questo senso il ministro ha ricordato la task force di contrasto al lavoro nero portata avanti con il Piano straordinario di ispezioni in edilizia e in agricoltura e la collaborazione con Carabinieri e Guardia di finanza. Secondo Sacconi quindi, i dati indicano che "andiamo nella giusta direzione, anche se non ci accontentiamo" e rispetto al futuro dell'INAIL ha sottolineato come l'Istituto "si avvia a diventare il grande ente per la sicurezza, con all'interno tutte le competenze esperte con evidenti vantaggi non solo  in termini di economie ma per una compiuta politica di prevenzione". In riferimento all'accorpamento degli altri due istituti, Ipsema e Ispels, Sacconi ha poi  risposto a chi teme "in modo infondato" una riduzione delle garanzie contrattuali per i lavoratori che verranno, assicurando che manterranno il contratto del comparto della ricerca. Un impegno ribadito anche dal presidente dell'INAIL, Marco Fabio Sartori.

Rispetto ai dati il presidente dell'Istituto ha sottolineato che "si tratta di numeri talmente positivi che in futuro sarà difficile fare di meglio". "Questo, però, non ci spaventa perché sappiamo che bisogna investire sempre di più in sicurezza", ha aggiunto Sartori sottolineando come stia cambiando sempre più la cultura e l'approccio delle imprese a queste tematiche. "È il segno anche di una forte e capillare presenza dell'INAIL, che è riuscita a fare penetrare un concetto basilare: la sicurezza prima di tutto". Commentando il trend infortunistico nello specifico, il presidente Sartori ha voluto sottolineare la rilevanza dell'aumento delle denunce per malattie professionali, un dato considerato "solo apparentemente negativo". "È il frutto dell'azione capillare dell'Istituto. Con i medici dell'INAIL abbiamo fatto in modo che emergessero le correlazioni tra patologia e luogo di lavoro", ha detto. "Nel sistema lavoro Italia è fondamentale questa parte che fa emergere il nascosto".

Rispetto all'impatto della crisi sulla diminuzione degli infortuni il presidente dell'INAIL ha inoltre precisato che solo il 28% della flessione dipende dalle ore lavorative in meno, mentre il 70% da un miglioramento sostanziale delle condizioni di sicurezza sul lavoro. "Un dato estremamente positivo è quello che rileva un'inversione di tendenza rispetto ai lavoratori stranieri", ha aggiunto. "Questo vuol dire che anche tra gli immigrati si sta diffondendo la cultura della prevenzione". Infine Sartori ha voluto sfatare la notizia che indica l'Italia come maglia nera in Europa per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro. "Questi dati smentisco la negativizzazione del mercato del lavoro italiano", ha detto, "ma bisogna ancora lavorare sugli incidenti mortali, un dato che ci vede ancora sopra la media dell'Ue a 15".
(ec/roma) inail

Infortuni dati INAIL

Lo scorso anno gli infortuni che hanno riguardato le categorie professionali che svolgono il loro lavoro sulla strada (autotrasportatori di merci e persone, commessi viaggiatori, addetti alla manutenzione) sono stati 50.168. I casi mortali sono diminuiti del 10,4%

Secondo quanto segnalato nel Rapporto Annuale INAIL 2009, lo scorso anno su 790mila infortuni complessivi sul lavoro verificatisi in Italia sono stati 696.863 quelli in occasione di lavoro e 93.137 quelli in itinere (ovvero durante il tragitto casa/lavoro e lavoro/casa).

Nell'ambito dei 696.863 infortuni in occasione di lavoro sono stati 50.168 le denunce che hanno riguardato la circolazione stradale (ovvero che hanno interessato categorie professionali che svolgono il loro lavoro sulla strada: autotrasportatori di merci e persone, commessi viaggiatori, addetti alla manutenzione stradale).

Nel 2008 - a fronte di un complesso di 875.144 incidenti totali - gli incidenti in occasione di lavoro erano stati 775.927, mentre quelli in itinere 99.217. Nell'ambito dei 775.927 infortuni in occasione di lavoro nel 2008 le denunce relative alla circolazione stradale erano state 51.357.

Tra gli infortuni in occasione di lavoro, pertanto, quelli che hanno interessato la circolazione stradale tra il 2008 e il 2009 hanno registrato una flessione del 2,3%.

Per quanto riguarda la voce specifica dei casi mortali nell'ambito degli incidenti da circolazione stradale (ovvero che hanno interessato categorie professionali che svolgono il loro lavoro sulla strada: autotrasportatori di merci e persone, commessi viaggiatori, addetti alla manutenzione stradale), nel 2009 questi sono stati 303 (su un totale di 1.050 denunce all'INAIL).

Nel 2008, invece, erano stati 338 (su un totale di 1.120 casi), per una flessione del 10,4%.
Per quanto riguarda gli infortuni mortali in itinere (tragitto casa/lavoro e lavoro/casa), invece, questi nel 2009 sono stati 283 a fronte di 291 casi del 2008 (per una flessione del 2,7%).

fonte inail

Nuovo monito sulla sicurezza del lavoro del presidente Napolitano

Nuovo monito sulla sicurezza del lavoro del presidente Napolitano in occasione del 54/o anniversario della tragedia di Marcinelle in Belgio. 
I progressi nella sicurezza sul lavoro conseguiti ''nell'ultimo mezzo secolo - scrive in un messaggio - non possono infatti giustificare alcuna caduta di impegno delle istituzioni e degli altri soggetti responsabili a fronte del ripresentarsi, in condizioni nuove, di problemi e pericoli non meno gravi che nel passato''. Il presidente ha ricordato i 262 lavoratori morti l'8 agosto 1956 nell'inferno delle miniere del Bois du Cazier, tra cui 136 italiani. Di questi, 12 erano marchigiani.

C o m u n i c a t o
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione del 54° anniversario della tragedia di Marcinelle, ha inviato il seguente messaggio:

"La commemorazione della tragedia di Marcinelle, nella quale persero la vita duecentosessantadue lavoratori di dodici diverse nazionalità, tra cui centotrentasei italiani, rinnova l'angoscioso ricordo di una delle più drammatiche pagine della storia del lavoro nel nostro Paese, opportunamente eletta a giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo.

La terribile vicenda del Bois du Cazier conserva attuale il suo alto valore di monito sul tema della sicurezza del lavoro. Gli indubbi progressi conseguiti a tale proposito nell'ultimo mezzo secolo non possono infatti gustificare alcuna caduta di impegno delle istituzioni e degli altri soggetti responsabili, a fronte del ripresentarsi, in condizioni nuove, di problemi e pericoli non meno gravi che nel passato.

Il dramma di Marcinelle è anche un simbolo dell'epopea del continente europeo i cui popoli, prostrati dall'immane tragedia della seconda guerra mondiale, hanno saputo superare antiche divisioni e unire le proprie forze in nome di ideali comuni e della speranza di un futuro migliore per i propri figli. Quel futuro è tuttora in corso di realizzazione e il suo ulteriore compimento è nelle nostre mani. Per questo è necessario custodire e trasmettere alle nuove generazioni il senso e il valore del sacrificio di marcinelle.

In questo spirito invio a quanti, familiari delle vittime, autorità e cittadini, parteciperanno alle diverse cerimonie della giornata odierna il mio cordiale saluto".

Roma, 8 agosto 2010

Garantire la sicurezza sul lavoro

Sulla vicenda di Melfi, il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha chiarito di non voler entrare "nel merito" dei fatti, ma ponendo l'accento sulla loro "dimensione politica" al sindacato guidato da Maurizio Landini ha detto: "Mi spiace non avere sentito la Fiom pronunciarsi sulla dimensione politica, ovvero può un lavoratore impedire agli altri di lavorare? Possono accadere cose di questo tipo anche nell'ambito di uno sciopero regolamentare? La Fiom dovrebbe dire: 'Noi crediamo che i lavoratori non lo abbiano fatto, ma sul piano teorico è giusto non fermare il carrello'".

Il Ministro si è detto comunque d'accordo con il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, che aveva invitato la Fiat a reintegrare i lavoratori.

Sacconi si è concentrato sulla campagna di comunicazione che il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali dedica alla sicurezza sui luoghi di lavoro, dal titolo "Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene". "La campagna è un richiamo agli affetti - ha spiegato il ministro Maurizio Sacconi durante la conferenza stampa al Meeting di Rimini - sia per ricordare quello che si potrebbe perdere a causa di un infortunio e sia per sollecitare amici e familiari ad essere parte attiva nel garantire la sicurezza sul lavoro".

L'iniziativa di informazione partirà lunedì prossimo e si concluderà nel maggio 2011, e prevede l'utilizzo dei mezzi classici di comunicazione (televisione, stampa, radio, internet, cinema, affissioni) ma anche la programmazione di interventi sul territorio, ad esempio nelle scuole, rivolti in particolare ai giovani.

In particolare, lo spot della campagna di comunicazione (realizzato dal regista Giovanni Bedeschi) descrive con immagini di vita quotidiana il rientro a casa dopo il lavoro mettendo in risalto il clima di affetto e accoglienza che tale momento rappresenta.

legge n. 122/2010

Pubblicata sulla G. U. del 31/7/2010 la legge n. 122/2010 di conversione del decreto legge n. 78/2010 sulla "Manovra economica". Contiene la proroga al 31/12/2010 per tutte le aziende dell'entrata in vigore dell'obbligo della valutazione dei rischi stress lavoro-correlato e la proroga di 12 mesi per l'emanazione dei decreti attuativi sulla P.A. 

E' in vigore  dal 31/7/2010.

tutela del lavoro in edilizia, agricoltura, industria, commercio e servizi

Nel primo semestre del 2010 il Comando dei Carabinieri per la tutela del lavoro in edilizia, agricoltura, industria, commercio e servizi ha riscontrato oltre 3.600 violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi lavoro, ha effettuato circa 1.800 ispezioni, sequestrato 59 cantieri e decretato 535 sospensioni di attività per aver trovato lavoro nero in percentuale superiore al 20% della forza lavoro.

Sono questi i risultati comunicati dal Comando dei Carabinieri, che ha precisato come gli illeciti più ricorrenti riguardino l'edilizia e in particolare, le norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro (1.369 casi).

Seguono le omesse informazioni ai lavoratori sui rischi (616 casi) e la sicurezza sui luoghi di lavoro (611).

monito sulla sicurezza del lavoro del presidente Napolitano

Nuovo monito sulla sicurezza del lavoro del presidente Napolitano in occasione del 54/o anniversario della tragedia di Marcinelle in Belgio.

I progressi nella sicurezza sul lavoro conseguiti ''nell'ultimo mezzo secolo - scrive in un messaggio - non possono infatti giustificare alcuna caduta di impegno delle istituzioni e degli altri soggetti responsabili a fronte del ripresentarsi, in condizioni nuove, di problemi e pericoli non meno gravi che nel passato''.

Il presidente ha ricordato i 262 lavoratori morti l'8 agosto 1956 nell'inferno delle miniere del Bois du Cazier, tra cui 136 italiani. Di questi, 12 erano marchigiani. (ANSA).

Norma UNI 11367 Acustica in edilizia

È stata pubblicata in data 22 luglio la norma UNI 11367 “Acustica in edilizia - Classificazione acustica delle unità immobiliari - Procedura di valutazione e verifica in opera”. Con la sua pubblicazione si giunge ad una stretta nel percorso attuato dal nostro paese per allinearsi alla normativa europea in materia, percorso che si completerà con l’emanazione del provvedimento attuativo nazionale che recepirà la nuova UNI.

La norma in particolare definisce la classificazione acustica degli edifici, basata su misure effettuate al termine dell’opera ovvero un collaudo vero e proprio, che consentirà di informare i futuri proprietari/abitanti sulle caratteristiche acustiche dell’abitazione e di tutelare i vari soggetti che intervengono nel processo edilizio (progettisti, produttori di materiali da costruzione, costruttori, venditori, ecc.) da possibili successive contestazioni.
 
La classe di prestazione acustica, da valutarsi per tutti i tipi di edifici, verrà attribuita - sulla base di misurazioni dei livelli sonori e non solo di dati progettuali - alle singole unità immobiliari e non all’intero edificio e la valutazione complessiva di efficienza sarà obbligatoriamente collegata alle  valutazioni effettuate per ogni singolo requisito considerato: sono infatti oggetto di classificazione l’isolamento di facciata, l’isolamento rispetto ai vicini (sia per i rumori aerei, sia per i rumori di calpestio) e il livello sonoro degli impianti.

D. Lgs.110/2010 nuovo corso digitale degli atti notarili

Con decorrenza 3 agosto 2010 entra in vigore il D. Lgs.110/2010 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n166 del 19 luglio 2010 e recante “Disposizioni in materia di atto pubblico informatico redatto dal notaio, a norma dell'articolo 65 della legge 18 giugno 2009, n. 69”. 

Inizia  così ufficialmente il nuovo corso digitale degli atti notarili.

Sarà quindi possibile stipulare l’atto notarile in formato elettronico e sottoscriverlo con firma digitale, sempre alla presenza del notaio e con tutti i controlli preventivi di legalità che caratterizzano l’atto cartaceo, per l’acquisto della casa, il mutuo e la costituzione delle società. 

Sarà comunque garantita la formazione e la conservazione degli atti per un tempo illimitato con tecnologie sicure che ne permetteranno l’utilizzo in totale sicurezza. 

La stessa possibilità è altresì estesa anche alle scritture private autenticate.

Privacy Relazione sull'attività 2009

L'Autorità Garante per la protezione dei dati personali, composta da Francesco Pizzetti, Giuseppe Chiaravalloti, Mauro Paissan e Giuseppe Fortunato, presenta oggi la Relazione sul 13mo anno di attività e sullo stato di attuazione della normativa sulla privacy.

La Relazione sull’attività 2009 traccia il bilancio del lavoro svolto dall'Autorità e indica le prospettive di azione verso le quali intende muoversi il Garante nell’obiettivo di costruire una autentica ed effettiva protezione dei dati personali.

L’attività del GaranteLe telefonate pubblicitarie indesiderate; i sistemi di videosorveglianza; la tutela dei minori; Internet e il fenomeno dei Social network e dei nuovi servizi agli utenti; il controllo dei lavoratori; le nuove tecnologie a fini di sicurezza. E ancora: il settore della sanità; la trasparenza della P.a.; il corretto rapporto tra diritto di cronaca e dignità delle persone; la protezione dei dati giudiziari; le banche dati del Dna; le esigenze di semplificazione per  le imprese; il trasferimento dei dati all’estero.

Sono solo alcuni dei principali e complessi settori nei quali il Garante ha assicurato il suo intervento nel corso del 2009 a difesa dei diritti fondamentali dei cittadini. Intervento che proprio all’inizio dello scorso anno è stato rafforzato con i maggiori poteri sanzionatori attribuiti all’Autorità.

Numerose sono state le Audizioni parlamentari: tra le più rilevanti, quelle sulle problematiche legate all’informatizzazione della P.a, al credito al consumo e ai sistemi antifrode, alla riforma delle Authorities, all’uso dei dati raccolti da periti e  consulenti dei magistrati.
Le cifre
I provvedimenti collegiali adottati nel 2009 sono stati circa 600.
Si è dato risposta a circa 4000 tra quesiti, reclami e segnalazioni (in particolare, riguardo a telefonia, credito, centrali rischi, marketing, videosorveglianza, Internet, assicurazioni).
I ricorsi presentati al Garante sono stati 360 (in maggioranza relativi a banche e finanziarie, attività di marketing, datori di lavoro pubblici e  privati, amministrazioni pubbliche), con un leggero aumento rispetto al 2008.

Il Collegio ha reso 18 pareri al Governo e al Parlamento (in materia di  tutela della salute, informatizzazione e banche dati della Pa., attività di polizia, giustizia, formazione).
Le ispezioni effettuate sono state oltre 400. I controlli hanno riguardato numerosi settori: in particolare, gli operatori telefonici, le strutture sanitarie pubbliche e private, i sistemi di videosorveglianza, il sistema della fiscalità, le società di marketing.
Le violazioni amministrative contestate, compreso il primo semestre 2010, sono più di 600: una parte consistente ha riguardato le attività promozionali indesiderate, l’attivazione di servizi non richiesti e le strutture sanitarie pubbliche e private.

43 le violazioni  segnalate all’autorità giudiziaria nel 2009.

Tenendo conto anche del primo semestre 2010, sono più di 3 milioni di euro le sanzioni già riscosse.
L’attività di relazione con il pubblico ha fatto registrare nel 2009 oltre 34 mila tra contatti telefonici ed e-mail esaminate, in particolare riguardo al marketing, alle telefonate e i fax pubblicitari.
Sono state approvate due importanti Linee guida sul Fascicolo sanitario elettronico e sui referti on line.

Il Garante ha adottato anche alcuni provvedimenti generali per specifici settori: propaganda elettorale; attività degli amministratori di sistema; limiti della raccolta da parte degli operatori sanitari dei dati sull’Hiv; "scontrino parlante" (lo scontrino fiscale rilasciato dalle farmacie); profilazione dei clienti da parte delle società telefoniche; semplificazione degli adempimenti in caso di fusioni e scissioni societarie; semplificazione per i servizi di informazione commerciale; "ricerca inversa" (la possibilità di risalire all’abbonato sulla base del numero telefonico); corretto uso dei dati del Pubblico registro automobilistico.

Gli interventi più rilevanti

Gli interventi più rilevanti hanno riguardato molteplici e delicati ambiti:
  • sanità (fascicolo sanitario elettronico, analisi mediche via mail, "scontrino  fiscale parlante", raccolta di dati sull’Hiv, dati sulla salute on line, riservatezza nelle strutture sanitarie, test di paternità, registro delle protesi mammarie, sistema informativo sulla salute mentale e sistema informativo per le dipendenze);
  • pubblica amministrazione (trasparenza degli emolumenti pubblici, divulgazione dati personali on line, misure di sicurezza per l’Anagrafe tributaria,  interconnessione e sicurezza delle banche dati, anagrafe dei fondi sanitari);
  • marketing (telefonate indesiderate e regole per l’attività dei call center, spam, attivazione di servizi non richiesti,  "profilazione" a fini commerciali di utenti e clienti, "carte di fedeltà" della grande distribuzione);
  • telecomunicazioni (conservazione dei dati di traffico telefonico e telematico a fini di giustizia, misure di sicurezza, "ricerca inversa", software spia su cellulari);
  • giornalismo e informazione (cronache giudiziarie, tutela dei minori e delle vittime di violenza, notizie sui minori adottati, dati sullo stato di salute e sulla vita sessuale, foto scattate nelle dimore private, archivi giornalistici on line);
  • lavoro (sistemi di rilevazione biometrica, navigazione in Internet e controllo dei lavoratori, cedolini degli stipendi);
  • giustizia e polizia (body scanner, misure di sicurezza per gli uffici giudiziari, banche dati Dna, Ced del Dipartimento di P.s., sistema informativo Schengen);
  • Internet (Facebook e Social network, motori di ricerca, Google Buzz, Google Street View,  illegittima conservazione dei dati sulla navigazione in rete, condivisione files musicali);
  • nuove tecnologie (geolocalizzazione, Rfid);
  • scuola e università (uso di telecamere, pubblicità scrutini e voti scolastici, preiscrizioni universitarie);
  • società  (sistemi di videosorveglianza, condominio, propaganda elettorale);
  • impresa (segnalazioni anonime per irregolarità interne alle aziende, amministratori di sistema, semplificazione adempimenti per fusioni o scissioni societarie, trasferimento di dati all'estero, accesso al libro soci);
  • banche, finanziarie e assicurazioni (home banking, accesso ai dati dei clienti delle banche, misure di protezione, centrali rischi e credito al consumo, sistema antifrodi).
L’attività  internazionaleImportante l’attività del Garante nel Gruppo di lavoro comune delle Autorità di protezione dati europee (WP29) in particolare riguardo ai Social network, ai motori di ricerca, alla privacy dei minori a scuola e su Internet, alle nuove regole per le comunicazioni elettroniche, alla definizione di standard internazionali comuni, alle "regole vincolanti di impresa", ai dati dei passeggeri aerei, all’utilizzo negli Usa per fini di lotta al terrorismo dei dati Swift sulle transazioni finanziarie.

Intenso il lavoro nell’ ambito delle Autorità di controllo Schengen, Europol, Eurodac e soprattutto nel WPPJ, il Gruppo di lavoro appositamente istituito dalle Autorità garanti  europee per la tutela dei cittadini nel settore della polizia, della sicurezza e della giustizia, che ha visto riconfermata per altri due anni la Presidenza al Garante italiano.
Il Garante italiano è stata l’unica Autorità di protezione dati presente alla Conferenza organizzata nel 2010 dal Consiglio di Europa sul Cybercrime.

Roma, 30 giugno 2010

Giornata internazionale della gioventù: aspetti sulla salute e sulla sicurezza nella vita lavorativa

I giovani lavoratori sono vulnerabili in quanto sovente inesperti e ignorano i rischi che corrono e fanno correre agli altri. È fondamentale integrare la sicurezza e la salute nel sistema educativo affinché i giovani siano consapevoli dei rischi esistenti e siano capaci di affrontarli. È altresì importante per i datori di lavoro prestare maggiore attenzione alla sicurezza dei giovani lavoratori, compresi gli studenti che effettuano lavori estivi.

legge 30 luglio 2010 n. 122

E' in vigore dal 31 luglio 2010 la legge 30 luglio 2010 n. 122 di conversione del decreto-legge 31 maggio 2010 n. 78 recante: «Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitivita' economica».

In rilievo:

- Proroga per tutti della Valutazione Rischio Sress lavoro-correlato al 31 dicembre 2010.

Infatti l'art. 8 comma 12 dispone che: " Al fine di adottare le opportune misure organizzative, nei confronti delle amministrazioni pubbliche di cui all'art. 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001 e dei datori di lavoro del settore privato  il termine di applicazione delle disposizioni di cui agli articoli 28 e 29 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di rischio da stress lavoro-correlato, e' differito al 31 dicembre 2010 e quello di cui all'articolo 3, comma 2, primo periodo, del medesimo decreto legislativo e' differito di dodici mesi"

 - Altro punto importante per il settore della sicurezza riguarda il differimento di 12 mesi del termine di applicazione di cui all'art. 3, comma 2, primo periodo del D.lgs. 81/08 , che consiste nel differire al 15 maggio 2011 le disposizioni del D.lgs. 81/08 nei riguardi di Forze armate, Università, scuole etc...
- Confermata dall'art. 7 la soppressione dell'ISPESL
- Sostituzione della Dia (Dichiarazione di inizio attività) con la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività)(art. 19)

La nuova norma rende possibile l'inizio dei lavori nello stesso giorno della segnalazione all'amministrazione preposta, senza attendere i 30 giorni previsti dalla precedente disciplina, ferma restando la possibilità di effettuare verifiche in corso d'opera

 
FILE ALLEGATI

D.l.78/2010 coordinato con legge di conversione
Formato grafico: nota all'art. 9
Formato grafico: nota all'art. 12
Formato grafico: nota all'art. 32
Formato grafico: nota all'art. 54 bis
Allegato 1
Allegato 2
Legge di conversione n. 122 del 30 luglio 2010

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